La tecnologia Emoled rappresenta un supporto terapeutico innovativo nella gestione delle lesioni cutanee difficili. Grazie alla luce blu a lunghezza d’onda controllata, è possibile stimolare i processi riparativi della cute, accelerando la guarigione di ferite e ulcere. Un trattamento non invasivo, sicuro e utilizzabile sia in ambulatorio che al domicilio del paziente.
Il processo di guarigione di una ferita è un processo biologico che ha uno sviluppo lineare che consta di quattro fasi ben note e distinte. La fase coagulativa o emostasi (che interviene immediatamente dopo l’insorgenza della lesione), la fase infiammatoria in cui l’organismo risponde all’insulto ricevuto, la fase proliferava vera e propria con la crescita di nuovo tessuto e la fase del rimodellamento del tessuto stesso.
Può succedere che, per alterazioni del processo riparativo, si possano avere dei ritardi nella guarigione della ferita con il conseguente sviluppo di ferite cutanee croniche definite con il nome di ulcere. I fattori che determinano questa situazione sono i più disparati e abbracciano svariate cause: dalla cattiva gestione della ferita stessa, dall’uso di materiali scadenti o inappropriati, a patologie metaboliche come il diabete (noto a tutti per la sua capacità di ritardare la guarigione delle ferite), alle malattie dermatologiche, alle infezioni fino ad arrivare alle malattie oncologiche.
Negli ultimi anni grazie alla diffusione dei LASER e delle sorgenti LED sono stati compiuti molti studi sperimentali sull’uso di tecnologie fototerapiche per aiutare e sostenere il processo di guarigione delle lesioni cutanee. Grazie a questa attività è stato riscontrato che determinate lunghezze d’onda della luce visibile, nell’intervallo del blu, sono in grado di aiutare in modo naturale il processo di guarigione delle lesioni cutanee, grazie alla presenza nelle cellule di elementi sensibili a tali lunghezze d’onda. La Luce LED Blu infatti agisce sulle ferite, sia acute che croniche, tramite l’effetto fotochimico. Questo tipo di terapia è chiamata FOTOBIOMODULAZIONE.
Generalmente le ferite croniche che non progrediscono verso la guarigione sono bloccate nella fase infiammatoria del processo di guarigione. La Luce Blu attraverso il suo effetto fotochimico riesce ad innescare e potenziare sistemi di segnalazione intracellulare, tra i quali le specie reattive dell’ossigeno che fisiologicamente hanno il compito di rilasciare mediatori che inducono il superamento della fase infiammatoria, grazie anche al cambio fenotipico dei macrofagi da M1 (proinfiammatori) a M2 (pro-guarigione).
La Luce Blu interviene con il suo effetto fotochimico anche nelle due ultime fasi del processo di guarigione, sia nella fase di crescita di nuovo tessuto (fase proliferativa) sia nella fase di rimodellamento del tessuto neoformato. Nella fase proliferativa l’effetto della Luce Blu risulta essenziale per lo stimolo della formazione di nuovi vasi sanguigni e la ricostituzione della normale vascolarizzazione (angiogenesi) che si produrrà in un maggior apporto di sostanze nutritive e ossigeno, essenziali per la guarigione. Nella fase di rimodellamento la Luce Blu, modulando il metabolismo dei fibroblasti, permette una deposizione di collagene simile a quella della cute integra, migliorando così l’esito cicatriziale.
Numerose evidenze cliniche dimostrano l’efficacia e la sicurezza del trattamento con la luce di numerose lesioni croniche di differente eziologia. (Pubblicazioni Luce Blu)
È bene precisare che la Luce Blu è un’arma in più in possesso dei sanitari per arrivare alla guarigione, ma quest’ultima non può assolutamente sostituire le buone pratiche di medicazione, di bendaggio, i materiali da medicazione di alta qualità e di quant’altro la comunità scientifica abbia validato fino ad oggi. La Luce Blu, come tutti i trattamenti avanzati, non deve essere utilizzata in maniera inappropriata, ma deve essere gestita da personale qualificato ed esperto affinché possa erogare il massimo del suo potenziale.